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I neurotrasmettitori del benessere: come svilupparne una buona DOSE - Valentina Reiner - Coaching per Professionisti

I neurotrasmettitori del benessere: come svilupparne una buona DOSE

I neurotrasmettitori del benessere: come svilupparne una buona DOSE

All’interno del nostro sistema nervoso le informazioni viaggiano sotto forma di segnali elettrici, detti impulsi nervosi. Il passaggio di tali impulsi da un neurone all’altro è possibile grazie alle sinapsi e ad alcune sostanze chimiche da esse rilasciate chiamate mediatori chimici o neurotrasmettitori, che trasformano l’impulso elettrico in segnale chimico.

Ogni neurotrasmettitore, dal punto di vista chimico, ha forma e grandezza propria e si lega ai soli recettori con cui combaciano alla perfezione.  Ogni neurotrasmettitore ha la funzione di attivare un preciso tipo di recettore. Per questo motivo esistono neurotrasmettitori di diversa natura, anche quelli del benessere.

Agenti esterni come farmaci, droghe, sostanze stimolanti e anti-depressive possono ingannare i recettori o interferire chimicamente in questo processo, alterando il funzionamento dei neurotrasmettitori. Esistono, d’altro canto, delle azioni che possono influenzare i neurotrasmettitori positivamente: per sapere come potenziare i neurotrasmettitori, in modo naturale, bisogna conoscerne le caratteristiche e le funzioni.

Possiamo ricordare i neurotrasmettitori del benessere con la parola DOSE:

D come Dopamina:
è un neurotrasmettitore endogeno, un ormone prodotto in diverse aree del cervello. È implicata nel controllo dell’attenzione, della cosiddetta memoria di lavoro, del movimento, della sensazione di piacere, della ricompensa, dei meccanismi di regolazione del sonno e di altre funzioni cognitive complesse. La Dopamina è il prodotto chimico che media il piacere nel cervello; la sua produzione è regolata dall’amminoacido Tirosina, che si trova in cibi ad alto contenuto proteico. È rilasciata durante le situazioni piacevoli, attiva una sensazione di gratificazione e piacere a livello cerebrale e favorisce lo slancio interiore. Per questo è detta “ormone della motivazione”.

O come Ossitocina:
è un ormone presente in tutti i mammiferi, favorisce l’attaccamento relazionale, stimola l’interazione sociale, i legami e la fiducia nelle persone; attenua l’azione del cortisolo e quindi riduce gli effetti dello stress. La sua produzione viene stimolata da abbracci che durano 20 secondi, dai contatti fisici affettuosi o anche solo dalla vista di persone amate o bambini piccoli.

Le donne hanno in media il 30% di Ossitocina in più degli uomini, poiché l’Ossitocina svolge un ruolo importante durante il travaglio e il parto, stimolando le contrazioni della muscolatura dell’utero, e durante l’allattamento, stimolando le cellule dei dotti lattiferi delle mammelle per la secrezione del latte. Nell’uomo l’Ossitocina agisce positivamente sulla libido, influenzando il volume dello sperma, le erezioni e la mobilità degli spermatozoi. In entrambi i sessi è coinvolta in tutte le fasi dell’attività sessuale, dal preliminare scambio di effusioni fino all’orgasmo, raggiungendo livelli 5 volte superiori alla norma e favorendo la liberazione di Dopamina, rendendo l’orgasmo più intenso.

L’Ossitocina funge da collante nelle relazioni interpersonali, quindi favorisce la monogamia e i rapporti stabili, tanto da meritarsi l’appellativo di “ormone dell’amore”.

S come Serotonina:
la Serotonina si forma a partire dal Triptofano e partecipa a numerose funzioni biologiche: dalla regolazione del tono dell’umore, del sonno, della temperatura corporea e della sessualità, all’empatia, alle funzioni cognitive, alla creatività e all’appetito.
La Serotonina sembra implicata nella percezione dei sentimenti di empatia e legame emotivo e del desiderio sessuale perché interagisce sui livelli di Ossitocina e di Dopamina.

La Serotonina si può attivare camminando all’aria aperta e facendo esercizio fisico. I cibi ricchi di vitamine del gruppo B (carne bianca, formaggi, legumi, cereali, banana e ananas e, come ben noto, il cioccolato fondente) contengono sostanze che agiscono sui recettori della Serotonina, generando una sensazione di buonumore. Per questo la Serotonina è chiamata “ormone del benessere”.

E come Endorfine:
sono neurotrasmettitori prodotti nel lobo anteriore dell’ipofisi, dette anche “morfine endogene”. Le Endorfine sono neurotrasmettitori che vengono rilasciate in risposta al dolore e ad attività fisiche con affaticamento. Diminuiscono la fatica e il dolore cronico perché hanno proprietà analgesiche e fisiologiche simili a quelle della morfina e dell’oppio.

Le Endorfine vengono rilasciate anche in occasioni di una forte emozione, dello strofinamento sulla pelle come durante i massaggi, quando si ride, quando si mangia cioccolata, cibi dolci e cibi ricchi di carboidrati. Anche quando accarezziamo il nostro animale domestico o abbracciamo persone a cui vogliamo bene si genera un’emozione che produce Endorfine.
I livelli di Endorfine aumentano quando si pratica lo yoga, la mindfulness (respiro consapevole), cioè quando si instaura una connessione tra mente e corpo che genera effetti positivi e benefici. Le Endorfine sono considerate “antidepressivi naturali”, perché portano buonumore!

In sintesi, alcune semplici e piacevoli azioni, che possiamo ricordare con la parola AMARE (se stessi), permettono di mantenere e sviluppare la nostra DOSE di neurotrasmettitori del benessere:

Abbracciare: abbracciarsi per 20 secondi, avere contatto fisico affettuoso e visivo di persone a noi care e di bambini piccoli;

Mangiare: conoscere le proprietà nutritive degli alimenti e utilizzarle per una dieta mirata al benessere;

Accarezzare: le persone, il corpo con i massaggi, i nostri animali domestici;

Respirare: in modo consapevole (yoga e mindfulness), camminando e facendo esercizio fisico all’aria aperta;

Equilibrare: il nostro stile di vita, senza dimenticarci di ridere e di dormire bene!

E il COACHING come può impattare sui neurotrasmettitori del benessere?
Il Coaching è un percorso di sviluppo personale che, prima ancora di identificare e raggiungere obiettivi attuando dei cambiamenti, parte dall’unicità della persona per:
• aumentare la fiducia in sé stessi e la propria autostima
• aumentare la consapevolezza di sé e del contesto circostante
• identificare i propri bisogni
• ritrovare il proprio equilibrio tra lavoro e vita privata
quindi porta ad amare se stessi e di conseguenza a sviluppare una buona DOSE di neurotrasmettitori del benessere.

Come Business Coach professionista accompagno manager, professionisti, imprenditori in percorsi personalizzati per Valorizzarsi e Rinnovarsi.


Autore: Valentina Reiner


Vedi pubblicazione su thedeeping.eu


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